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CONOSCERE LE DIFFERENZE E SCOPRIRE NUOVI MONDI
La IV edizione della Festa della Letteratura per l’Infanzia e l’Adolescenza dal titolo “L’altro è… l ‘Altrove. Incontrare le differenze e conoscere altri mondi”, si propone di guardare alla Letteratura per l’infanzia e all’oggetto libro come un “ponte” tra differenze, come mediatore per la conoscenza della propria e altrui condizione. Questo, nella convinzione che rappresenti un’urgenza sociale, provare a prefigurare scenari sociali diversi da quello attuale connotato da forme di individualismo di massa, lontani dalla reciprocità e condivisione.
I libri, le narrazioni letterarie, filmiche o più semplicemente le storie nelle quali siamo immersi nel nostro quotidiano costituiscono una formidabile palestra per imparare ad interpretare il mondo e per entrare in contatto con parti sconosciute del nostro sé.
La letteratura per l’infanzia si propone da questo punto di vista ,come un dizionario dei segni nel quale troviamo raccolti tracce e simboli preziosi, necessari ad accogliere le domande incessanti dei bambini sugli infiniti “perché” della vita…
Attraverso lo straordinario meccanismo dell’immedesimazione, le storie lette diventano sceneggiature che ci appartengono e nelle quali ci muoviamo attraverso la finzione del “come sé”; paragoniamo le nostre esperienze, la realtà e la cultura in cui siamo cresciuti al mondo del testo e così facendo arricchiamo il significato di entrambi.
Quando viviamo un’esperienza finzionale, la nostra mente si attiva e determina nuove connessioni neurali, preparando le vie nervose che regolano le nostre risposte alle esperienze di vita reale. Le storie, secondo le neuroscienze, ci doterebbero di un archivio mentale di situazioni complesse che un giorno potremmo trovarci ad affrontare, unitamente ad una serie di possibilità e di soluzioni alternative.
Leggere, diventa così, vivere le mille vite che non avremo mai la possibilità di realizzare, favorendo la conoscenza e la com-prensione dell’altro differente da noi e migliorando la competenza nell’operatività sociale. Le nostre vite, infatti, sono un continuo processo intersoggettivo, luogo di quelle pratiche di “negoziazione del senso” di ogni cosa che affida, all’accettazione del punto di vista dell’altro e alla consapevolezza che ogni formulazione sia sempre incompleta, la sua espressione più alta.
Mara Durante
(direttore scientifico di BaB)